Citazioni

“…Questa di De Luca è arte sacra, non nel senso dell’adesione alla pratica religiosa ma della sua vicinanza al quid che ci anima. Ci si muove, in essa, sulla soglia di una dimensione estetica estrema, rarefatta, esplorata dall’artista con la medesima fluidità di un linguaggio con cui si potrebbe maneggiare un pennello per far vibrare d’impasto la tela, o compenetrare di liquide velature un intonaco. Eppure in lui c’è perfetta consapevolezza di fare altro dal dipingere, senza compromessi ne soggezioni. Come suona distante, nei suoi termini lessicali e ideativi, la definizione di “arte applicata”…”
Fulvio Dell’Agnese

“…In questa fase della tua ricerca di spazio rigoroso, ti auguro di conquistare paesaggi sempre più vasti per narrare storie antiche e nuove con la tecnica del mosaico di cui tu sei moderno maestro.”
Arnaldo Pomodoro

“…Marco De Luca costituisce davvero un caso esemplare, anche perché il suo lavoro tocca per via diretta tutti i termini delle questioni musive, a cominciare dalla continuità col passato alla sua giustificazione agli occhi della cultura visiva d’oggi. Se De Luca costituisce l’esempio più limpido della figura unica di ideatore ed esecutore auspicata da Severini, è perché sente il mosaico come suo mezzo d’elezione, e pensa, vede, progetta, in termini di mosaico. Ed è attraverso la pratica, la sua ‘poetica’ musiva, appunto, che egli intende l’opera in tutte le sue storiche prerogative pur nell’ottica di un’inequivocabile modernità…”
Claudio Spadoni

“…Le opere di De Luca sono l’incarnazione di un’idea, l’epifania di un pensiero, la condensazione di un sogno; sono parole e delle parole pronunciate conservano tutta la forza e l’assolutezza. Marco De Luca conosce il segreto per tenere sempre puliti gli occhi dell’anima. La verità in un’opera non è quella dell’artista, o, meglio, non è solo quella. In essa sono racchiuse verità molteplici, tutte altrettanto certe. Un’opera racchiude milioni di sogni, ed è proprio in questo la sua magia, nel mistero, in una sorta di inafferrabilità che ogni giorno ce la fa vedere diversa. In esse è l’incertezza e l’indeterminato. Il senso di un’opera d’arte non appartiene a nessuno, non risponde alle logiche della realtà ma, piuttosto, ad una logica di corrispondenze difficilmente decifrabile. Questo non significa che non si debba cercare di spiegarlo. Avvicinarsi ad un’opera è un poco come avvicinarsi alle tante significazioni del nostro essere, sognare sui nostri infiniti desideri, dare un volto al nulla è, in questo modo, averne meno paura. Si ha bisogno di immagini da guardare, da reinventare, da ricordare; opere come queste di De Luca, racconti trasognati che facciano sperare per un attimo che non svaniremo per sempre…”
Michele Tosi